|
|
Ho
preso
per
Combai e
venivo
da te
E'
una
poesia
strana,
breve,
per le
mie
abitudini;
la
storia
di un
ritorno
per
delle
colline
tornite
e
terrazzate;
i
vigneti
le
orlano,
le
merlettano
di
verde-
giallo;
il
passaggio
per un
vecchio
paese in
pietra e
attraverso
le
improvvise
evocazioni
di
inesprimibili
storie,
nascoste
tra le
fughe
delle
pietre.
Grazie Jorge
La poesia si riferisce ad un inverno
incipiente, in cui l'atmosfera evocava dimensioni lontanissime, ripescate
dalla memoria o da un sogno ad occhi aperti, durante una breve passeggiata
tra le case di un piccolo paese.
Grazie Jorge
(critica di Benito Ciarlo)
I ciliegi
E' da una vita che non resisto al fascino
primaverile dei ciliegi in fiore. Mi rapiscono il bagliore pulito nel verde,
la brevità della loro presenza e il vento che li spoglia del velo nuziale,
sempre troppo presto.
Seta Ci
sono "persone - presenza" che non hanno bisogno neppure di
parlare per esserci, per comunicare. La donna alla quale è stata dedicata
la poesia ha silenzi addensati da sguardi umidi e riflessivi...per ritrovare
il filo del discorso basta guardarla attentamente negli occhi: il capo
sporge dalla matassa e ti viene porto con dolcezza e golosità della
continuazione...
-
Siamo
liberi, amore
La donna in questione è una creatura "silvana" che ricorda
odori di muschio di boschi primordiali, sguardi silenziosi che hanno
musiche ampissime nel sottofondo. Rileggere la poesia e rivederla
è un tutt'uno.
-
La
coperta dei re.
E' la descrizione di quanto possa mancare la donna amata,
della sua insostituibilità. La sua assenza diventa così spessa da
sembrare una presenza fisica, insopportabile. Non c'è verso di sfuggire
al pensiero che ci rincorre quando il cuore è l'orologio delle nostre
ore.
-
Sabato.
Una poesia
della solitudine. Dopo una tormentata vicenda che amore non può dirsi,
un isolamento dal mondo durato anni. Il lumicino di vita che pochi
hanno tenuto acceso mi muove la riconoscenza che ho loro confidato
e che, in gran parte, è finita in questa poesia, dedicata ad un altro
sabato e ad un'altra domenica, casse di risonanza dei miei rumorosi
pensieri.
-
Tu sai.
La vita è fatta d'incontri e di persone. E' una affermazione
banale, lo so, allora la estremizzo: la vita è l'arte dell'incontro
e spesso è il prodotto di questi incontri. Alcune persone si dimenticano,
altre proprio non si ricordano, altre si benedice qualcuno o qualcosa
di averle incontrate. La donna della poesia sa essere ombra attenta,
custode di segreti, aspettare, insegnare l'arte delle cose eterne,
incorruttibili come i sentimenti che trascendono le stesse persone
che li provano, fino a diventare lei stessa un sentimento, durevole,
come il tempo. "Tu sai" è un grazie al suo cuore, alla sua
mente e al suo corpo.
-
Elegia.
E' una poesia incentrata sulla tranquillità, invocata da un'amica.
La cosa evidentemente mi è rimasta in testa perché anch'io non scherzo
su questo piano.
-
Risposta
di Giuseppe Butera su "Elegia".Finito
di scrivere "Elegia" l'ho dimenticata nel "cassetto".
Rispolverandola non l'ho assolutamente limata e curioso di sapere
cosa ne pensasse il mondo ho pensato a Giuseppe Butera, medico italiano
che risiede da anni in Brasile, per me narratore potente e coinvolgente.
Mi ha risposto con poche parole che mi hanno stordito.
|