Sui tuoi occhi
ricamati di pizzo nero
Di dove sono
quelle parole
D’acqua verde
prestata al silenzio?
Di dove quelle
resine dimenticate?
I monti azzurri
in groppa ai monti avverdati
Carezza il cielo
l’arcobaleno col suo miraggio
E il miracolo
d’esser vivo e di vederti
Anima passata
all’incantesimo del pensiero
Fiore dal corpo
verde della candida calla
Hai intrecciato
solitudini e fiori di muro
Cadenze del sole
spiate dal vetro
Hai accompagnato
l’ultima foglia del ramo
All’altare della
tranquillità
Alla pronuncia
della sera.