Poesie del disamore




Vieni
 
 

La poesia delle parole 
è un'anima che vola e s'immerge
remotamente.
Arriva lieve come stagione,
intonata ad un movimento
più ampio. 
Ruota la sua vastità
sul mio vago baricentro.
Salva! Lucida! Innalzami
fino ai cirri più freddi
fino ad ardere nel cielo altissimo
dell'ebbrezze del sentire.
Rovesciami in un lago di abbracci 
e sorrisi come fiori di grano.
Avvolgimi di filigrane volanti,
dormienti, distese nell'aria
come nebbie protette,
che riducono all'intimità
il nostro vedere.
Questi percorsi di luci,
chiare stelle filanti 
fino al riverbero
voglio tu mi doni
fin che puoi,
fin che non sbaglio a vivere
ad inseguirti,
perché so che non torneresti 
mai  più
come questa primavera,
a riempire di sole la mia casa 
ancora umida di ombre 
e di ricordi.


 
 

 

Baci di parole
 
 

Sei
distesa nella vestaglia
a righe aperta
con sponde verdi,
lungo il fiume
del tuo lento lungo corpo.
Col cielo di cenere e d'azzurro,
divento rondine
e radente t'accarezzo
col solo calore della mano,
come nessuno mai.
E come rondine
sento sul petto
la tua calda terra.
Alle dita la tua pelle
è specchio di lago
increspato dalla brezza.
I tuoi rosati deserti
i grandi soli,
occhi da tuareg,
spesso come soli,
non riesco a guardare.
Guidami 
piccolo indigeno del tuo corpo,
là dove dicono la terra trema
il corpo diventa violino
lo sguardo musica
e il tempo è sospeso.
Nel silenzio e nel fragore
confusi,
la nostra avvinta dolcezza.