Le poesie del disamore

   

 

Le scale
 
 

 

Non posso urlare
che non ci sei.
Ma posso graffiarlo
sul foglio.
E' la notte
che si stringe addosso
mentre tu sei dilatazione
sospensione e dolcezza.
Anche tu stringi
a volte,
come la notte
di questa notte.
Forse
scappi soltanto,
ma non posso seguirti
e mi sento soffocare.
Ho bisogno
dei tuoi occhi dolci
che mi fissano,
con le labbra ferme.
E tra noi
l'inutilità della voce
e delle domande.
Ho bisogno
del tuo calore,
del tuo odore
e del tuo umbro amore.
In quei momenti
ti sento ragazzina
d'azzurra leggerezza.
Con te posso nobilitare
la notte,
regina
mia nuda regina,
ingioiellata dal tuo corpo
ritagliato dal cielo.
Scendi nuda le scale
prendimi per mano
e portami vicino alle stelle
silenti
e sicure.
Mostrami
le cosce spavalde
e le bacerò.