La
mosca
segue
le pieghe
del
cartoccio.
Il
ragno m'aspetta
vicino
alle ciabatte.
Un
uccellino
intrappolato
si dibatte
nel
tubo della stufa.
Sorrido
dello zoo
della
mia povera casa
che
credevo vuota.
In
questa palestra
della
solitudine
posso
pensarti per ore
e
le ore diventano stanze
in
cui ti rivedo,
così
continuo a starti accanto.
Non
ti distinguo più da me.
La
tenda si anima
col
lento soffio notturno.
La
luna splendente distintivo
sul
revers della notte,
mi
dilata il bisogno di te.
Divento
l'auriga impetuoso
che
insegue la soluzione
del
tempo e dello spazio
tra
noi.
Volo
e t'avvolgo
nel
nero tulle
dell'amoroso
mistero,
nelle
altissime spire
dei
sentimenti velati.