Poesie del disamore


 

Emozione
 
 

Ti saluto.
Vedo rivedo
e non credo 
ai tuoi occhi
piacenti adagiati,
di mimose macerate,
velati da spiagge deserte
con pochi colori,
grigio il mare salini odori,
di quel sugo che stinge i ricordi,
i languori
i timori dei passi
nei venusiani salotti
degli abbandoni.

Rendimi l'atmosfera
dei tuoi dolci doni,
con le tue fiere idee
allenta la stretta
di questa stinta umanità
di questa palestra dell'oblio
di questa periferia dei sentimenti,
di ruggini sbiadite sui muri.

Il lento peccato 
della vita uguale si consuma.
L'unico alfiere
che obliquamente fende 
la scacchiera
sei tu,
amore mio.
 
 
 
 

 

 
Dove sei?
 
 

Autunno.
Fiori scuri di vecchie vestaglie.
La prospettiva del viale
con la sacralità del requiem...
Amore:
fragile tungsteno di lampadina.
Ti celi nelle nebbie che ami?
Donna di neve
da accarezzare senza calore.
Donna castello di carte
da non poter sfiorare.
Donna accogliente
come sabbia al tramonto.
Donna dal corpo
che ti confonde
nel sogno del suo calore.
Dove sei nascosta
piccola Anna Franck
dagli occhi nero lucidi?
Ho rivisto teneri muri
e sgualciti ghiaini
della mia infanzia.
In quelle stradine lunari
t'ho chiamata al mio fianco.
A rivivere le immote atmosfere d'amore,
a riassumere le parti delle mie donne.
Forse t'ho persa tra le pieghe
dei nostri giorni migliori.
Orfano delle tue risposte
accartoccio la speranza
e aspetto il coraggio del  cavaliere
che galoppa incontro all'eco.