Verde



 
 

Durezza

 

I campi di margine,

abbandonati all’incuria

i cuori delle nostre vicende

refusi devastati dal niente

tu pensi di tenermi in mano

topolino di cui sai tutto

e pensi male.

Resterai nell’atrio

di chi credi di possedere

di chi credi di cambiare

Non pensare di conoscere

le mie poche lire bambine

le mie montagne di pensieri di panna,

i miei gesti caldi

la mia tranquillità mattutina

da camicia pulita

la mia paura della gente

il mio coraggio di aiutare chi trema

ti senti l’unica che apprezza  silenzi

mi hai tagliato la buccia come fossi mela

mi hai lasciato

ma anche libero da ordini e disappunti

posso tornare esagerato

non devo più essere cauto, contemplativo

ho già qui il grande nulla che cerchi tanto

qualcuno credi mi ricorda come seta

hai tanti ragni e cerchi il sole

libera quel tuo bel corpo

come uccellino guarito, all’aria

da nuda sei vestita ancora

sfoga tuoni anche tu di primavera

i palmi tuoi son convessi come dorsi

e voltata di schiena soffri lo stesso.

Buona fortuna, amore

per me sei stata amore

e non me ne vergogno

tu salvati dicendo non c’era nulla

bello sarebbe se tu dicessi non ho capito

io quando gioco perdo anche

e questa volta ti ho persa amore mio.


 
 

 

E' giovedì

 

Trova spazio

l'amaro senso

di vergogna

come in ognuno.

Eppure non lontano

c'è il sogno.

Aeree sfumature

nella memoria

le carezze

leggere

di calze velate.

Potrei guardarti

per ore

e invidiare il segreto

che serbi

ignorandolo

tu stessa.

Nei capelli

scorgerei la morbidezza

dei sottili pensieri.

 Nel seno

il lento digradare

della neve

intonsa.

Sparisci

nel peso d' un alito

e t'avverto

dal profumo.

E' giovedì

ma non abiti

nel tempo.

Sei nello sguardo

di questa stagione

che offre le viole

all'ombra.

Te ne vai

volgendo le spalle

teneramente

come l'onda

che rientra al mare