Soddisfatto
d'averti
donato
una
pubblica rosa,
così
sfrontata
da
parer normale.
Pagato,
dalla
tua pubblica
indifferenza,
che
celava
il
piacere lusingato.
Deluso,
di
non aver lacerato
il
cellophane,
per
offrirtela nuda.
T'è
arrivata
grazie
alla fiorista
tardiva,
che
recideva gambi
fuori
orario.
E'
arrivata,
perché
troppi fiori
ho
pensato
non
ho potuto porgerti
e
mi si sono seccati
dentro.
Anche
ieri sera
quella
rosa
stava
seccando,
dentro,
inespressa,
ritratta.
Perché
rimanga viva
nei
petali rossi
e
nelle foglie altere,
si
deve seccare
nella
tua casa.
Davanti
ai
tuoi occhi
socchiusi,
con
i neri palmizi
delle
ciglia,
che
si abbassano lenti
come
la mia regina.