arrivederci
Sei
entrata
in
punta di piedi
ed
ho teso
la
rete dell'acrobata
sotto
il nostro incontro.
Non
era imbarazzo
ma
diversità aderenti
senza
mediazione.
Rovesci
di pioggia
ormai
dimenticati,
ventosi
di rispetto
e
finalmente di dolcezza,
a
folate disuguali, inattese.
Entrambi
ad ascoltare
i
primi echi di risacca,
abbiamo
atteso
con
meno timore
fino
alla vanità dell'allerta.
Tanta
fragilità,
tante
lacrime
strette
nel pugno
e
nell'ombra come edera,
quando
s'incrociano
possono
riconoscersi,
il cataclisma
delle
calme nudità
può risultare
il padrone
delle
loro stesse vite.
In
quel rombo l' incontro.
Ed
ancora il ricordo
doveva
distillarne
l'essenza.
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in
un'altra vita
Aliti
come sospiri
si
levano altissimi
più
alti delle angosce
impastate
di terra e sangue.
Più
alti degli strati di poesia
più
leggeri degli spiriti.
Fin
lassù m’hai portato
t'ho
spinta, t'ho seguita,
sedotto
dall’esotica
solitudine,
elegante
come la vena
di
quarzo nella selce.
Bella
del sofferto candore
delle
ninfee
seguo
le tue orme
riconosco
il tuo aroma.
Incontrandoci
abitiamo
l' isola.
Moriremo
abbracciati
trattenuti
migliaia
di volte.
Avremo
negli occhi i sussurri
del
mare invernale.
Faremo
figli morbidi
come
onde
di
grano nei campi.
Aspetteremo
sera
baciandoci
le rughe
con
i palmi delle mani
vicini
e immobili.
Con
gli occhi che ancora
guardano
lontano.
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