Verde



 
 

T’incontrerei negli anni ‘50

 

 

Ti lascerei

per lamentare un rimorso

all’amico  confiderei la donna

che aspetta in un angolo del mondo

lascerei amore non un dolore

conserve di primavera per gli inverni

ciliegi in fiore tutte le stagioni

disseterei con lacrime i nostri fiori

nessun rintocco di campana

migratore troverei la via del sole

tornerei dalle mie crociate

e scioglieresti la cintura del cuore

ti rivedrei con capelvenere tra i capelli

tu betulla con i figli dalle spalle forti

ti riconoscerei per quel niente di noi

tornerei per portarti via per sempre

 tu sola ad aspettare la corriera

l’abbraccio e i pugni tuoi al petto

sussurrerei: “non sono mai andato via”

sulla tovaglia vino e occhi nelle mani

io secco buono da far bastoni

tu poesia più bella su carta ambrata

dagli occhi umidi e dai silenzi ripieni

davvero mi lasceresti ripartire?

 

L'azalea

 

 

Vogliami bene

anche se

alcune mie viti sono spanate,

se le mie notti

oscurano i tuoi sogni estivi,

vorrei essere bretelle

non cinture soffocanti,

portaceneri fedeli

non sinfonie dei giorni migliori,

perché ho già visto

cascate diventare rivoli

fotografie virate e ingiallite

occhi amici impenetrabili al pensiero.

Mi accontento, non mi chiedo nulla.

Prendimi per la pioggia che sono

spegnimi se è troppo che ti manca

abbracciami pratolina non azalea.

Ho un solo bacio:

s'è perso come un bimbo

sale fino all'incontro delle labbra

ma non sa perché o se avrà compagnia.

Credo solo al  tuo caldo

che denuda il mio sangue

e mi rende semplice

sei il bicchiere di vino

che scalda l'affanno

e slega nodi che nessun marinaio conosce.

Ogni notte è il tuo compleanno

sei la tela cerata che protegge il mio tavolo

mi togli di dosso stanchezza come un vestito

spero di stare male perché tu mi possa curare

voglio morire mille volte

dentro di te.